Il Suono e la Parola
Uno dei più grandi poeti del ‘900, Delio Tessa, ignorato dalla critica – una “vergogna”, come scrive Pier Vincenzo Mengaldo nella sua introduzione al Meridiano Mondadori “Poeti italiani del ‘900” – ma assai stimato e apprezzato da Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Giovanni Raboni, scriveva nella lingua della sua città, il milanese, ma non per questo può essere considerato un “poeta dialettale”: la costruzione del testo, il ritmo, l’ispirazione che coglie l’angoscia più segreta e nascosta dei nostri tempi, insomma la sua consistenza stilistica ed espressiva ne fanno davvero un autore straordinario, assolutamente unico nel panorama letterario del secolo scorso, che bisogna riproporre soprattutto in questo anno in cui ricorre l'ottantesimo anniversario della sua morte (1939).
Antifascista conservatore, offeso più dalla rozzezza e dalla volgarità del regime che dalla sua politica totalitaria e imperialista (di cui comunque coglie perfettamente gli aspetti tragico/grotteschi). Tessa tenta di rifugiarsi nel passato e nel ricordo, ma la sua ispirazione lo spinge a ricercare dietro quegli spigoli di passato le trasformazioni della città ( i colori bruni e cupi della Milano industriale, le brutte case, la follia ) e a prefigurare il mondo che verrà (i sogni, le visioni oniriche, il montaggio cinematografico, le onomatopee meccaniche) quasi che proprio quel passato nasconda in sé i germi del futuro che verrà.
Perciò al poeta che sembra trarre ispirazione dal più classico bozzettismo dialettale, si rivela uno degli interpreti più acuti e lungimiranti della tragedia del ‘900. L’angoscia, l’alienazione, l’umanità ridotta a uno sciame di api impazzite, la meccanizzazione della vita, e anche – va detto – il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa ( allora solo radio e cinematografo ), l’isolamento e la solitudine dell’uomo contemporaneo. La modernità di Delio Tessa è folgorante.
Come restituire tutto questo in uno spettacolo: coi suoni e le parole appunto, non già un recital di poesie, quanto un’interpretazione sonora (musica e testi) della sua poesia.
Giulia Lazzarini
Enrico Intra
con Alex Stangoni
Disegno luci Danilo Marabotto
Consolle Giacomo Bertazzoni
Drammaturgia e regia
Egidio Bertazzoni
Assistente Anna Bonel
Domenica 12 Maggio ore 21
e Lunedì 13 Maggio ore 21
Teatro LabArca Via Marco d'Oggiono 1 Milano
MM2 S.Ambrogio, S.Agostino, Pta Genova
tram 2 - 9 - 10 - 14; bus 94
Ingresso Intero 18 euro | Ingresso ridotto 12 euro
Prenotazione obbligatoria
email | info@lab-arca.it